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- Questo topic ha 3 risposte, 2 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 1 anno, 12 mesi fa da
Dott. Alessandro Martella.
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- Gennaio 22, 2019 alle 5:32 pm
Egregio Dottore,Da alcuni anni “soffro” di questa patologia, la Pitiriasi versicolor, osservando le macchie bianche divenire rosee, imbrunirsi e poi tornare bianche a seconda delle stagioni o altro. In passato ho utilizzato Lomexin e Sporanox su consiglio del dermatologo, ma ho imparato a convivere con questa malattia i cui sintomi visibili vanno e vengono.
I disagi sono praticamente nulli, ma vorrei sapere se tatuare la porzione di pelle affetta nel momento in cui il fungo è bianco o quasi invisibile e quindi in teoria inattivo -correggetemi se sbaglio- potrebbe portare all’insorgenza di infezioni più gravi o ulteriori patologie.
Sul web i pareri sono discordanti, ho letto anche alcuni studi ma le risposte sono poche. Alcuni parlano di possibili “infezioni sistemiche”, altri ancora di pericolo assente in caso di fungo bianco/inattivo, altri di eventuale insorgenza di dermatiti. Vorrei avere un po’ di chiarezza. In questo momento la porzione di pelle che vorrei tatuare, (petto, un po’ sopra il capezzolo e sotto la clavicola destra) presenta pochissime e quasi invisibili macchie chiare, visibili solo in controluce e manco.
Amo molto i tatuaggi, ma ritengo che tale pratica debba essere sempre fatta in sicurezza, e del medesimo parere è il mio tatuatore. Il mio dermatologo non ha saputo ben rispondere… si è tenuto sul vago. Sarebbe ad esempio utile trattare con Lomexin la parte interessata alcuni giorni prima del tatuaggio?Grazie in anticipo per l’aiuto
Cordiali saluti
- Repliche
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- Gennaio 22, 2019 alle 5:35 pm
Ciao Giovanni,
proviamo a fare un po di chiarezza:– la Pitiriasi Versicolor non è una controindicazione assoluta ad eseguire il tatuaggio
– quando ci si sottopone ad un tatuaggio, indipendentemente dal fatto di avere o meno la Pitiriasi Versicolor c’è il rischio di possibili infezioni così come di possibili reazioni allergiche al pigmento iniettato o altri tipi di reazioni possibili.- Gennaio 23, 2019 alle 3:36 pm
Dottore la ringrazio.-Ciò che mi spaventava erano le “infezioni sistemiche” di cui si parlava in certi forum, o l’insorgenza di dermatiti o patologie più gravi. Se non c’è assolutamente correlazione tra queste famigerate “infezioni sistemiche” e dermatiti con il tatuarsi su pitiriasi “dormiente” mi sento già più sereno.
Consideri che nel momento in cui il tatuaggio è finito lo si copre con pellicola per una o due notti, lavandolo quattro/cinque volte al giorno con sapone neutro e applicando creme solitamente al pantenolo (bepanthenol) e/o aloe… e in seguito, dopo aver rimosso la pellicola, creme idratanti. Nei primi quattro giorni ciò comporta un innalzamento della temperatura nella zona interessata e soprattutto una mancanza di aria, nonostante la continua pulizia, che però di notte non avviene. A me da un’idea di “umido e poco ventilato” che potrebbe andare a nozze con il fungo, ma magari sto dicendo una castroneria. Questo potrebbe essere un fattore di rischio?
-Di ciò sono a conoscenza, ed è bene che lei lo ricordi perché molti prendono il tatuaggio davvero troppo alla leggera… io mi rivolgo a un solo tatuatore professionale che ha buoni standard di sterilità e pulizia. Ormai so di non essere allergico alla maggior parte dei pigmenti.La ringrazio moltissimo per la sua celere e cortese risposta
Attendo riscontroCordialmente
- Gennaio 23, 2019 alle 3:38 pm
Il tatuaggio richiede sempre delle attenzioni importanti e l’osservamza di tutte le norme igieniche. Tuttavia, pur facendolo il rischio di eventuali reazioni dovute ad esempio al pigmento non si possono escludere del tutto
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